Locandina di Finale di partitaTeatro Del Legame

AICS Firenze

presenta

FINALE DI PARTITA
da Samuel Beckett

regia di Daniele Lamuraglia

con
Costanza Mascilli Migliorini e Teresa Lamuraglia
Daniele Locchi e Nayade Gutierrez Mateos

musiche originali di Massimiliano Pace
luci e fonica Sandro Bechelli

Prima: Giovedì 5 Luglio 2018 ore 21.30 – Villa San Lorenzo

Presentazione

Riflettendo su questo classico del teatro, ci siamo resi conto di quanto quest’opera sia ancora fondamentale ai nostri giorni, e ci sono comparse una serie di immagini che lo rendono un sorprendente simbolo della società attuale.
La prima e più forte sensazione è che i due protagonisti di Finale di Partita oggi siano rappresentati dalla generazione dei giovani, in quella fascia d’età che va dai 15 ai 25 anni. Ed infatti i ruoli dei protagonisti Hamm e Clov sono interpretati da due giovani ma già esperte attrici che hanno proprio quelle età.
Mentre gli adulti “progenitori” Nagg e Nell stanno continuando ad agitarsi, credendo in qualche sempre più confusa idea che riescono ormai a comunicare solo in forma virtuale, sono proprio i giovani a trasmettere la sensazione del più radicale nichilismo autodistruttivo, come possiamo vedere da una costante sequenza di linguaggi, segni, atteggiamenti, eventi, psicosi, che li caratterizza.
La generazione dei padri non ha lasciato loro nessun sogno e nessuna utopia da realizzare, semmai solo quelle perentorie e lugubri parole d’ordine che in giovinezza essi stessi avevano appassionatamente contestato: “nasci, studia, lavora e crepa”.

Finale di partita è un fuoco d’artificio del ragionare umano che smonta i meccanismi del pensiero fino all’essenza stessa del linguaggio.
È stato definito “teatro dell’assurdo”, perché rende evidente che l’esistenza umana è fondata su una serie di credenze, valori, ideali, che possono essere sgonfiati nel giro di qualche frase, proprio portando all’estremo limite le parole.
I primi personaggi che appaiono, i protagonisti Hamm e Clov, vivono chiusi in una stanza da sempre o dal momento in cui si apre il sipario e inizia lo spettacolo: il tempo stesso non è che una parola ad uso e consumo di chi la pronuncia.
Hamm può solo stare seduto, Clov può solo stare in piedi, il primo è cieco, il secondo vede: ecco una netta separazione motoria e sensoriale che divide i due ruoli e le due funzioni di un unico microcosmo.
Rappresentano anche il rapporto di forza tra padrone e servo, ovvero la regola delle relazioni umane, sia di coppia, che amicali, che collettive e politiche (è stato anche ritenuto una metafora sulla fine del mondo dopo il rischio di guerra nucleare).
Tentano costantemente di costruire un universo di ideali per dare un senso alla loro vita, ma i dialoghi finiscono sempre per mostrare la finzione sulla quale si fonda il tutto che ci circonda: sono l’espressione di un radicale nichilismo autodistruttivo.
L’altra coppia di personaggi, Nagg e Nell, rappresentano i progenitori di Hamm, ma soprattutto la vecchia generazione che ha prodotto quella dei due protagonisti.