Il diritto del sognoTeatro del Legame

presenta

una produzione VersiliaDanza

IL DIRITTO DEL SOGNO

testo e regia Daniele Lamuraglia
Comune di Firenze _ Assessorato alla Cultura _ Assessorato alla Pubblica Istruzione _ Regione Toscana _ Provincia di Firenze _ Assessorato alla Pubblica Istruzione _ Ministero per i Beni e le Attività Culturali _ Dip . Spettacolo _ CFT – Firenze

 

In collaborazione con Teatro La Pergola di Firenze _ Comune di Lastra a Signa _ Assessorato alla Cultura

Patrocinio di Unicef _ Comitato Italiano per l’ Unicef _ Onlus Fondo delle Nazioni Unite per l’ Infanzia _ Patrocinio del Comune di Firenze _ Riconoscimento della Presidenza della Repubblica

Prima: Firenze, Teatro della Pergola (ETI), 2003

testo e regia di Daniele Lamuraglia
coreografie Caterina Figaia, Flavia Sparapani, Angela Torriani Evangelisti
con
Emanuela Agostini, Roberto Caccavo, Caterina Figaia, Caterina Fusi, Lorenzo
Mazzoni, Flavia Sparapani, Angela Torriani Evangelisti e Eugenio Nocciolini
scene e costumi_Mirco Rocchi
disegno luci_Andrea Narese

Dopo Sigismondo e il suo Diritto, prima fase del nostro progetto di teatro-danza sui diritti dell’infanzia, eccoci a Il Diritto del Sogno, il completamento del disegno.

La Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia è il tema di fondo del nostro spettacolo. Essa fu approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989. La data coincide con due significativi anniversari: la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1789) e la Dichiarazione dei Diritti del Bambino (1959).

Secondo la definizione della Convenzione (art. 1) sono “bambini” gli individui di età inferiore ai 18 anni (il termine inglese “children”, in realtà, andrebbe tradotto con “ragazzi” o, meglio, con “bambini e adolescenti”; noi preferiamo usare il termine “raagazzini”), i cui interessi devono essere tenuti nella massima considerazione in ogni circostanza (art. 3). Fra gli altri devono essere tutelati il diritto a vivere e a sviluppare al massimo il proprio potenziale (art. 6), nonché il diritto di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici e di riabilitazione (art. 24), ad esprimere la propria opinione (art. 12) e ad essere informati correttamente (art. 13), ad essere registrati all’anagrafe subito dopo la nascita, nonché ad avere un nome ed una nazionalità (art.7), ad avere un’istruzione (art. 28 e 29), il diritto di giocare (art. 31) e quello di essere tutelati da tutte le forme di sfruttamento e di abuso (art. 34).

Sigismondo è il giovane protagonista di un antico racconto – La vita è sogno di Calderon – il quale si accorge che per capire i suoi diritti, è stato necessario sognarli. Nessuno aveva voluto dirglieli, nessuno aveva trovato il modo per spiegarglieli. Era anzi stato tenuto imprigionato e nell’ignoranza. Solo sognando ha scoperto i suoi diritti. Poi però capisce anche un’altra cosa: bisogna svegliarsi per avere quei diritti, e darsi da fare, lottare, perché non c’è nessuno che saprà conquistarli e difenderli meglio del diretto interessato (come dice anche la Convenzione).

Il nostro primo studio aveva posto la storia di Calderon in un’epoca fuori dal tempo, quasi astratta, nella quale il testo originale, spogliato dei suoi stupendi ma poco comunicativi barocchismi, era stato più semplicemente tradotto in un italiano essenziale, quasi neutro.

Il nostro secondo e definitivo spettacolo guarda all’oggi, dove spesso i ragazzi sono imprigionati nelle loro stanze come dentro delle prigioni di immagini video e giochi virtuali. La guerra che combatte il Sigismondo dei nostri giorni è proprio quella tra il mondo virtuale (dei computer e della televisione) e il mondo reale, l’unico che ha la prerogativa di aprirlo al piacere del tatto, del contatto diretto con gli altri esseri umani, con l’ambiente e la natura: la sola dimensione nella quale scopre i veri problemi, i concreti diritti negati e da reclamare.

Il Sogno di Sigismondo rappresenta proprio la Convenzione, una dichiarazione di principi che apre nuove possibilità future, un’utopia che deve trasformare pienamente le vite di milioni di ragazzi che stanno ancora subendo ingiustizie. Il teatro e la danza saranno utili strumenti per trasmettere poeticamente e artisticamente questo importante messaggio.