Teatro del Legame

presenta

TELEROM

regia di Daniele Lamuraglia

Telerom

 

Prima: Firenze, Teatro di Villa Strozzi, 2004

Presentazione

Dopo aver viaggiato nella dimensione del mito con Cristo Gitano, la nostra compagnia di Rom vuole piombare nel mondo della televisione con TeleRom, per raccontare le proprie vere storie, le proprie vicende e vite personali.

Siamo nello studio di registrazione di TeleRom, una nuova emittente gestita dai Rom e per i Rom, che cerca di riutilizzare tutti i tipi di trasmissioni televisive (format!) più diffusi e di maggior successo (audience!), rielaborandoli per le proprie esigenze di pubblico (target!): abbiamo fra gli altri il TgRom, la Telenovela Zingara, La Vita Indiretta Rom, il reality show “Il Grande Olmatello – cinque anni chiusi in un container”.

Difficile però far passare la vera vita dallo strumento televisivo, che ben presto si rivela essere doppiamente grottesco: per l’effetto surreale e kitsch che il mezzo stesso suscita quando deve rappresentare la realtà (come ci mostra Blob), e perché nel nostro caso è gestita da un popolo così naturalmente anti-televisivo come i Rom. Che però in questo spettacolo-televisivo sono in grado di produrre un grande effetto surreale e anche comico, mostrando una folle ironia proprio verso se stessi e la loro complessa e dura esistenza.

Se la vita Rom “televisizzata” viene recitata in scena fingendo l’attività di una emittente, le loro vere vite compariranno nella seconda parte dello spettacolo, quando lo studio e il suo artificio scenografico crolleranno sotto i colpi della verità, attraverso delle immagini video-registrate, che come ombre proiettate nel vuoto mostreranno i frammenti di queste loro storie drammatiche, tragiche, straordinarie. La televisione viene recitata teatralmente, il teatro della vita reale viene mostrato in video.

Questi video saranno tuttavia evocati in scena da un personaggio immaginario che li accende come da una lanterna magica, attraverso la quale apparirà il racconto della vita dignitosa e “normale” nella Yugoslavia tollerante e accogliente prima della guerra, e il rapporto d’amicizia con le altre etnie e culture, come quella albanese, quella serba e tutte le altre; il tremendo impatto con la guerra, voluta da interessi internazionali, la distruzione delle città, le proprie belle case in fiamme, lo sterminio etnico; la dissoluzione delle famiglie, la fuga in traghetto o in gommone in Italia; la ricerca del cibo, il furto, lo scippo, il carcere, visti da chi ci è dovuto passare; l’arrivo nei nostri campi “nomadi”, la vita di esclusi dai diritti umani che oggi conducono ai bordi estremi delle nostre periferie e della nostra “civiltà”.

TELE ROM non è una televisione in digitale, ma in carne ed ossa; non serve una parabola per riceverla ma è una parabola da condividere; non ci hanno messo sul satellite ma finora neppure in carcere; non prendete il telecomando, ma una macchina, un autobus, un motorino, una bicicletta, e venite a teatro: dobbiamo vincere la battaglia dell’audience.